domenica 6 novembre 2016

Recensione "Lacrime in collisione" + Intervista a Benedetta Cipriano


Titolo: Lacrime in collisione
Autore: Benedetta Cipriano 
Serie: Autoconclusivo
Editore: Self Publishing
Data di pubblicazione: 11 Gennaio 2016
Genere: New Adult
 Link per l'acquisto: qui



Probabilmente, se vissuta insieme, la vita può fare meno paura…

Hope combatte ogni giorno contro uno stranissimo disturbo ossessivo-compulsivo, nel tentativo di mettere a tacere il dolore causato dalle delusioni passate.
Nate è un ex marine, ora istruttore di krav maga, con un ricordo ingombrante che logora la sua anima di giorno in giorno.
Eppure quando si incrociano per la prima volta, all’interno di un supermercato deserto, non possono più tornare indietro: Hope, in preda a un attacco di panico, viene soccorsa da un Nate apparso dal nulla.
Da allora, occhi negli occhi, non riescono più a fare a meno l’uno dell’altro.
Possono due anime perdute ricominciare a lottare insieme? Forse, anche quando tutto sembra perduto, c’è sempre speranza e possibilità di scelta?



Quando mi ritrovo a dover scrivere una recensione ad un libro che mi ha toccato le corde del cuore, mi resta sempre difficile riuscire ad esprimere completamente ciò che penso.
Se non conoscessi l’autrice, non mi resterebbe difficile scambiare questo libro per un romanzo di quelli americani dalle tinte agrodolci. Talmente carichi dal punto di vista emotivo, da lasciarti completamente svuotata al termine della lettura.
“Lacrime in collisione” è un libro con la L maiuscola.
Un libro dove ad ogni rigo avrei potuto evidenziare una frase, talmente sono belle le parole di Benedetta.
Il romanzo racconta la storia di Nate e Hope, due protagonisti segnati da un passato, che lentamente li sta logorando. 


Hope è diventata una ragazza fragile, nascosta dietro i suo lunghi capelli biondi e gli abiti troppo grandi per un corpo minuto come il suo.
A gravare sulla mente di Nate invece, ci sono i segni della guerra. I segni di una distruzione alla quale è difficile scampare. La guerra è qualcosa che ti cambia per sempre, ne puoi uscire fisicamente vivo ma mentalmente distrutto, sei costretto a vedere scene alle quali non sarai mai completamente pronto e quando davanti gli occhi ti compare l’immagine più brutta alla quale mai avresti voluto assistere, non vivi più, ti limiti a sopravvivere.
Quello che lega Nate e Hope è proprio la sofferenza che si portano dentro, e forse si se vissuta insieme la vita può davvero fare meno paura.


  “Basta poco per mettere fine alla felicità. Bastano uno sguardo arrabbiato e un gesto a far crollare una manciata di desideri, di quelli mai sussurrati, che esprimi osservando il luccichio di una stella cadente, custodendoli, con la promessa che un giorno, magari lontano, si sarebbero avverati.”

Il dolore non può essere cancellato, le ferite non posso scomparire da un giorno all’altro ma si può dare ad una persona, l’opportunità di aiutarci a rimetterci in piedi.
Una citazione di Charles Bukowski che amo profondamente, dice: “ti lasci toccare solo da chi ha l’anima più in fiamme della tua. Gli permetti anche di toccarti il cuore. Gli permetti tutto.” E Hope, permette a Nate di aiutarla perché nel suo sguardo ha riconosciuto se stessa.

Uno sguardo intenso, ma pieno di angoscia ha incrociato i miei occhi verdi, non di un verde brillante, di un verde opaco, sbiadito, quasi assonnato e dolorante. Anche il suo era uno sguardo carico di dolore.  Lo conosco quello sguardo, è il mio. È lo sguardo di chi fugge.”




Prima che potessi rendermene conto, l’affascinate storia di Benedetta mi si è insinuata nelle ossa fino a lasciarmi senza fiato. Prima che potessi rendermene conto non c’erano più Nate e Hope, c’ero io, i miei scheletri e un libro che mi ha travolto.
Ho scritto queste righe con le lacrime agli occhi, le pupille dilatate e il naso colante.
C’è stata una frase che mi ha riaperto ferite che pensavo di aver dimenticato. 

I pugni non mi fanno male, ma continuano incessanti a combattere la loro battaglia.  Oggi sono il corpo di qualcun altro a cui viene inflitta una pena, sono una promessa infranta, un dolore lacerante, una ferita ancora aperta da cui sgorgano fiumi di sangue.”

Nate è l’UOMO, -perché anche se giovane non lo ritengo un ragazzo ma un UOMO - che ogni donna vorrebbe al suo fianco. Un uomo che non ti manca di rispetto, che non si approfitta delle tue debolezze, non ti giudica, semplicemente sa ascoltare il tuo silenzio e con altrettanto silenzio ti fa rinascere.
Hope è una guerriera, che ha solo dimenticato come si lotta e anche se continua farlo ogni giorno, i suoi tormenti di tanto in tanto, tornano a logorarla.


E.M. Claran disse: “un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve provocarle. Un libro deve essere un pericolo.” Per me, questo romanzo è stato un pericolo, mi ha provocato ferite che credevo di aver dimenticato e mi ha fatto ricordare quanto le parole possano smuoverti uragani incontrollabili nel profondo dell’anima.
Attraverso i POV di entrambi i personaggi, ho potuto insinuarmi nella mente di due anime distrutte.

L’autrice ha un mondo dentro, un mondo pronto ad esplodere nell’ esatto momento in cui le sue dita incontrano una tastiera. Ho percepito ogni singola emozione che ha cercato di trasmettere e l’ho fatta mia. Le sue parole sono lame, assomigliano a delle rose; bellissime ma pericolose.
Non so cosa quali siano gli elementi vincenti, che rendono un romanzo famoso.
Non so cosa lo renda tale da scalare le classifiche delle piattaforme online.
Ma di una cosa sono certa, quest’autrice è per pochi.
Perché poche sono le persone in grado di capire le sue parole e le sfumature della sua anima.
Io non ho mai avuto modo di parlare con lei, sapevo del suo libro ma non ho mai avuto modo di leggerlo.
Ora, che mi è stata data l’opportunità, mi rendo conto del grave errore che ho commesso.
Avrei voluto scrivere una recensione degna delle emozioni che mi  ha suscitato questo romanzo ma più scrivo, più mi rendo conto che ogni parola non è degna di quello che ho provato.
Dal profondo del mio cuore, io ci tengo a ringraziare Benedetta Cipriano per aver condiviso con il mondo una storia così bella.
E infine, voglio concludere con l’ennesima, meraviglio frase di questo libro:

Viviamo guerre interiori ogni giorno e non c’è istante in cui non perdiamo qualcosa, una parte di noi, ma poi la ritroviamo nuovamente.  La vita è un continuo lutto, è un lottare per vincere, ritrovarsi e poi correre di nuovo, sperando di poter recuperare la parte smarrita del nostro essere.”

Cinque, -anche se cinque sono troppo poche- meravigliose stelle per “Lacrime in collisione”

Alexandra
  


Avrei potuto inondare l’autrice di domande talmente la curiosità mi attanagliava. Così, ho tratto un gran sospiro, mi sono seduta davanti il mio computer e ho cercato di formula dieci domande che potessero dar modo ad un prossimo lettore di acquistare questo meraviglioso romanzo e conoscere meglio le sue sfumature.

1.       Quando hai capito di voler scrivere un romanzo?
Cara Alexandra, in realtà non c’è stato un momento preciso in cui l’ho capito. Posso dirti però che ho sempre pensato che la scrittura potesse in qualche modo salvarmi la vita. Ho iniziato a scrivere “Lacrime in collisione” perché sentivo di dover raccontare una storia, sentivo di dover necessariamente dar voce a due anime fragili che si erano impossessate dei miei pensieri. Così, in un pomeriggio di primavera ho acceso il computer, ho aperto il foglio word e ho iniziato scrivendo una sola parola: Hope. Il nome della mia protagonista. Avrei iniziato così, da quel nome, da quella coesione di lettere a raccontare il tormento, il dolore, il rimpianto.

2.       La tua storia, - se compresa- ha un forte impatto emotivo sul lettore. Durante la stesura del romanzo hai riscontrato difficoltà nel scriverlo?
Avevo bisogno di raccontare, di esprime la mia anima in parole attraverso i volti  e le personalità dei miei protagonisti, questo mi ha dato la forza di superare la paura, la difficoltà, il terrore. Anche se a volte ho temuto di fallire, di non essere in grado di arrivare al cuore del lettore, la voglia di provare a portare a termine una storia, per me importantissima, mi ha messa in condizione di superare gli ostacoli, o almeno di provare a superarmi, lanciandomi senza paracadute in questa avventura.

3.       Anche se per un autore è difficile dover scegliere una scena preferita, c’è ne una in particolare che hai amato maggiormente?
Ogni frammento di “Lacrime in collisione” mi appartiene talmente tanto che sarebbe difficile per me fare una scelta. Sicuramente, se dovessi scegliere, ti direi che l’arrivo di Warren ( il padre di Hope) a Boston è una delle mie scene preferite.

4.       Hai delineato due personaggi magnifici, di cui è impossibile non innamorarsi. Ti sei ispirata a qualcuno o sono frutto della tua immaginazione?
Questa è la domanda che temo sempre di più J. Hope in qualche modo (seppure in maniera totalmente differente) risiede in me. Nate è il combattente che sarei voluta essere nella vita, è ciò che ogni donna meriterebbe di avere al proprio fianco, ed è-caratterialmente parlando- molto simile al mio Nate, mio marito.

5.       Se dovessi descrivere il tuo romanzo con tre aggettivi, quali sceglieresti?
Posso modificare la tua domanda descrivendotelo in una sola frase?
“ L’amore che, liberandosi dal dolore ti salva la vita”.

6.       Il tuo modo di scrivere, riesce a catturare completamente chiunque ti legga, non mi sarei mai aspettata un talento del genere,- non perché non credessi nelle tue capacità – semplicemente nell’ ambiente del self publishing, di rado si riscontrano persone con questo trasporto per la scrittura. Approcciarti a questo mondo, è stato del tutto casuale o c’è stato qualcosa che ha scaturito questa passione?
Intanto ti ringrazio per aver apprezzato il mio stile e la mia storia, tutto questo mi riempie il cuore di allegria e mi dona la forza e la voglia di continuare a scrivere e a raccontare nuove storie. La scrittura è da sempre stata il mondo perfetto e ovattato nel quale ritrovo me stessa. Non ti so dire esattamente quando sia iniziata questa mia passione, forse, semplicemente è qualcosa che ha sempre fatto di parte di me. Da quando colmavo i vuoti riempiendo i miei diari di storie, a quando nei tempi d’italiano al liceo davo libero sfogo alla mia anima.

7.       Hai un autore preferito al quale ti ispiri?
Ho diversi autori preferiti,  ma non mi ispiro a nessuno. Cerco solo di mettere insieme i miei pensieri e i pensieri dei protagonisti dei quali racconto J

8.       Ogni persona ha dei sogni nel cassetto da realizzare, tu sei riuscita a realizzare i tuoi?
Mi piace pensare che io non abbia ancora realizzato tutti i miei sogni, perché stilisticamente ho ancora tanto da imparare, ho ancora storie da raccontare e una risma di fogli da riempire. Quindi, no, non ho realizzato tutti i miei sogni, ma scrivere il mio primo romanzo è stato un piccolo traguardo, è stato come se improvvisamente fossi almeno riuscita ad aprire quel cassetto.

9.       So che dentro di te c’è un modo che cerca solo di venir fuori attraverso le tue parole, stai scrivendo una nuova storia? (Se la risposta è si, puoi parlarcene?)
Sto scrivendo una nuova storia, di genere New Adult, ambientata negli Stati Uniti, con due protagonisti lontanissimi da Nate e Hope, così diversi eppure così simili. Sono consapevole che sembra che io non mi sia pronunciata, ma diciamo che ciò che sto scrivendo è ancora del tutto “top secret”, spero solo di riuscire a coinvolgere il lettore, di fargli respirare “aria nuova” attraverso le mie parole e di  fargli compagnia, magari colmando un vuoto, anche solo per la durata del romanzo ;)

10.   Quest’ultima domanda, è degna del mio “sclero da fan”. Il tuo libro è un grido di speranza per chi, in questa vita, cerca una seconda possibilità. Per chi, ogni giorno, lotta con i propri scheletri nell’ armadio. Se dovessi scrivere una frase di incoraggiamento ai tuoi lettori che, come Nate e Hope stanno tentando di sopravvivere a questo mondo, cosa scriveresti? (Non farmi piangere ancora… piangerò sicuramente.)
“Non sei solo. Quella che ti scorre nelle vene è vita. Sono sicura che puoi ancora sentire la carezza delicata del vento, il rumore delle onde, il profumo del mare e il suono della tua meravigliosa risata. Le lacrime strozzate in gola sono il ricordo doloroso della perdita, ma sono sicura che ogni lacrima che colerà lungo i tuoi zigomi sarà pronta ad abbandonarti per perdersi nell’ aria. Il tuo cuore pulsa costantemente. Il tuo battito è il suono rassicurante dell’orologio, che non scandisce il tempo e le ore, ma genera vita da assaporare, da vivere, da gustare. Respira la tua vita, non perdere neanche uno di quei battiti e supera il tormento. Puoi ancora alzarti. Il tuo cuore grida un riscatto muto, e tu non lo senti, non lo ascolti, perché il rumore sovrasta ogni suono. Ma sappi che dietro tutto quel frastuono, dietro quel fracasso c’è la tua anima, che in silenzio attende speranzosa che tu la scopra.”

Grazie per avermi permesso di rispondere a queste domande e di aver dato spazio alle mie parole su questo blog meraviglioso.

2 commenti:

  1. Grazie Alexandra per ogni tua parola, per questa intervista meravigliosa e per aver messo il tuo cuore su carta. Sapere che Nate e Hope sono riusciti a conquistare una parte del tuo cuore per me è bellissimo. Grazie dal profondo della mia anima.
    Sono in lacrime, ma queste sono le lacrime belle, quelle dovute all'emozione che travolge ogni cosa. Sono troppo felice di averti regalato una storia in grado di sconvolgerti e conquistarti.
    Grazie. Grazie. Grazie.

    Un abbraccio
    Benedetta

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  2. Recensione meravigliosa e domande molto interessanti... ovviamente leggendo la risposta all'ultima mi sono commossa! Questo romanzo è veramente una perla rara.

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